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Festa che vai, dolce che trovi

pubblicato il 18 Aprile 2019

Non troverete una festa in Sicilia che non sia deliziata da un dolce. Anche per Pasqua, una tradizione dolciaria vasta che accompagna il pranzo con una tavola imbandita di prelibatezze. Sono tante le tipicità dolciarie della festività pasquale provenienti da diverse zone dell'isola. Oltre alla tradizionale colomba, farcita con uvetta, mandorle o scorzzette di arance e limoni, c'è molto altro da scoprire...

La “regina” del gusto: la cassata

Su tutte, ovviamente, spicca lei: la cassata. La regina del dolce che non può mancare sulla tavola di Pasqua: colorata e variegata, mix di sapore tra pasta reale e frutta candita, è uno dei simboli più conosciuti della Sicilia. La cassata riassume l'eredità culturale tramandata dalle tante dominazioni che, nel corso dei secoli, si sono registrate nella nostra terra: la ricotta dei romani, il cioccolato dagli spagnoli e il marzapane – con lo zucchero di canna – dai conquistatori arabi.

Pupu cull'ova, prelibatezza del popolo

In diverse zone della Sicilia, ha un nome diverso. Nel Catanese è chiamato “cuddura”, “campanaru” nella zona del Belice, cannatuni dalle parti di Trapani, pupu cull'ova a Palermo e nel Nisseno. È uno dei dolci della tradizione popolare, realizzato con pochi ingredienti. Nel giorno di Pasqua le famiglie mettevano in tavola questo dolce di pasta frolla in cui è avvolto un uovo sodo. L’uovo è segno di rinascita e in tutte le culture cristiane è anche simbolo della Pasqua.

Agnello di pistacchio, simbolo di resurrezione

Altro dolce tipico da servire a Pasqua è l'agnello pasquale ripieno di pistacchio. Simboleggia la Pasqua e la resurrezione di Cristo. L’agnello ripieno era una specialità del Monastero di San Vito di Palermo, oggi non più esistente. Veniva donato ad alti rappresentanti della Chiesa e del Regno. È realizzato con un impasto di marzapane ma anticamente era ripieno di zuccata.

Cassatelle di ricotta, il cuore caldo

Batte un cuore caldo nella tradizione dolciaria pasquale. Pensate alle cassatelle, nient'altro che ravioli fritti con all'interno ricotta dolce, da mangiare caldissime. A questo dolce è abbinato il detto “cu n’appi, n’appi, cassateddi di Pasqua”, che vuol dire “fortunato colui che ha mangiato le cassatelle per Pasqua”. Questo detto significa che è stato fortunato chi ha beneficiato di un privilegio e adesso, essendo cambiati i tempi, non può ricevere più nulla.

Il Gruppo Giaconia e il suo personale vi ringrazia per la fiducia che ci concedete ogni giorno e vi augura Buona Pasqua!